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Il gasdotto della discordia

DI SIMONE BASILICO

28/02/2022

A distanza di 70 anni, è tornata la guerra in Europa. La Russia di Putin ha invaso l’Ucraina, destando preoccupazione in tutto il mondo. La reazione dei paesi Nato e dell’Europa riguarda pacchetti di sanzioni sempre più severe contro il Cremlino. La prima vera sanzione, adottata ancora prima dell’invasione russa, è stata la sospensione dell’autorizzazione per l’attivazione di Nord Stream 2, il gasdotto lungo più di mille chilometri che collega Russia e Germania e avrebbe dovuto portare più gas in Europa. Perché un tubo appoggiato sul fondale del Mar Baltico è considerato così importante da diventare il gasdotto della discordia e una sanzione contro la Russia?

È lungo oltre 1222 chilometri, largo poco più di un metro e rappresenta la prima vera sanzione verso la Russia. Il soggetto è il Nord Stream 2, il gasdotto della discordia al centro della crisi Ucraina. La notizia del 22 febbraio ha fatto il giro del mondo: la Germania, a seguito del riconoscimento ufficiale da parte di Putin delle due repubbliche autoproclamate del Donbass, quella di Donetsk e Luhansk, che sulla carta fanno parte dell’Ucraina ma dal 2014 sono occupate da separatisti filorussi, ha sospeso l’autorizzazione di attivazione del Nord Stream 2, completato da diversi mesi ma in attesa dell’ultima parola del governo tedesco. Una vicenda che coinvolge Russia, Germania, Polonia, Ucraina, Stati Uniti ed Unione Europea in una escalation di tensioni e minacce legate a doppio filo ad un gasdotto posto sul fondale del Mar Baltico.


Cosa c’entra un tubo sottomarino con la crisi ucraina? Il Nord Stream 2 è considerato uno dei progetti più importanti realizzati nel corso degli ultimi anni per aumentare il gas che arriva in Europa, in gran parte importato dalla Russia. I gasdotti via terra partono dalla Russia centrale e arrivano nel vecchio continente passando, per forza di cose, da Polonia o Ucraina: non ci sono soluzioni alternative. In Italia, ad esempio, come ha confermato lo stesso Ministro degli esteri Di Maio, il gas arriva interamente per i gasdotti ucraini, partendo dalla Russia e finendo di attraversare poi Austria e Slovacchia. Il Nord Stream 2, invece, costruito sotto il Mar Baltico, collega direttamente Vyborg in Russia a Greifswald in Germania: il gasdotto via mare taglia completamente fuori dai giochi sul gas Polonia e Ucraina come paesi di transito, rendendo di fatto le due nazioni sempre più povere agli occhi di Putin. Questo è possibile perché Nord Stream 2 è stato realizzato con l’obiettivo di raddoppiare la portata del gasdotto Nord Stream, un tubo parallelo inaugurato oramai dieci anni fa che segue più o meno lo stesso tracciato. In un contesto del genere è facile capire la costante preoccupazione che travolge i governi di Varsavia e Kiev da mesi: se Nord Stream 2 entrasse in funzione a pieno regime, la Russia potrebbe davvero non avere più “bisogno” di Polonia e Ucraina. Per questo è importante ed è così strategico che il governo tedesco, come sanzione verso la Russia, abbia deciso di mettere in stand-by il progetto, anche se già completato. Alla Germania sembra comunque sfuggire un dettaglio non di poco conto: è molto più dipendente l'Europa dal gas russo di quanto non lo sia il Cremlino dal fare affari economici con i Paesi membri. Nel lungo periodo è impensabile credere che il gasdotto rimarrà in una situazione di stallo come quella attuale.


D’altronde, la storia del gasdotto Nord Stream 2  racconta molto bene degli interessi in gioco. Dalla costruzione fino alle ultime installazioni, il tubo sottomarino ha dovuto affrontare diverse peripezie, anche se la spinta russa è sempre stata decisiva: troppo importante per Putin avere un filo diretto con l’Europa sul gas, un filo da tirare e spremere in qualsiasi occasione futura. I principali oppositori della costruzione del gasdotto sono stati Polonia e Stati Uniti. I primi per i già citati problemi di bypassaggio: il governo polacco ha bocciato diversi piani industriali proposti da Russia e Germania sul gasdotto, poi inflitto una multa a Gazprom (la società russa parzialmente a controllo statale) che si stava occupando dei lavori, infine sollecitato più volte il governo tedesco a non rendere operativo Nord Stream 2. Discorso completamente diverso per gli Stati Uniti, che vedono nel gasdotto una minaccia per la stabilità: se Nord Stream 2 diventasse il principale fornitore di gas per l’Europa, la Russia di Putin avrebbe in mano un’arma (a costo zero) per minacciare il vecchio continente in caso di dispute. Una posizione quasi monopolistica su cui le amministrazioni Trump e Biden non hanno potuto soprassedere: numerosi e inequivocabili i richiami e gli appelli a una corretta concorrenza sul gas. Tutto questo fino allo strappo della crisi ucraina. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sembra intenzionato ad usare l’approvazione del gasdotto come elemento del negoziato con la Russia. O meglio, l’Unione Europea – non avendo molte armi a disposizione – prevede di utilizzare Nord Stream 2 come pedina di scambio per ottenere un probabile cessate il fuoco del conflitto alle porte dell’Ucraina, questo perché sul gasdotto ci sarebbe dovuta essere l’autorizzazione della Commissione europea anche dopo il lasciapassare della Germania. Il gasdotto della discordia diventa un intricato rebus da risolvere a livello geopolitico, capace di attirare l’attenzione dei più importanti Paesi al mondo per risolvere il conflitto fra Russia e Ucraina. L’Italia osserva, il mondo prega.


Intanto la Russia è sempre più isolata nella gestione di Nord Stream 2. "Siamo scioccati dalla perdita di vite umane in Ucraina, che deploriamo come il risultato di una aggressione militare senza senso che minaccia la sicurezza europea". Così il Ceo di Shell, Ben va Beurden, ha annunciato la decisione della società petrolifera anglo-olandesi di interrompere le joint venture con Gazprom ed il suo coinvolgimento nel progetto Nord Stream 2. "La decisione di uscire è una decisione che prendiamo con convinzione - continua la dichiarazione di Shell - non possiamo e non staremo inermi. Il nostro focus immediato è la sicurezza delle nostre persone in Ucraina e il sostegno alle nostre persone in Russia", ha poi aggiunto.

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