La Serbia tra Cina e Unione Europea: Una Politica Estera in Equilibrio
DI IRENE CORTESI
4/11/2024
Negli ultimi anni, la Serbia è diventata un terreno di competizione tra due attori internazionali con approcci distinti: la Cina e l'Unione Europea (UE). Da un lato, l'UE promuove una politica trasformativa basata su condizionalità, assistenza finanziaria, dialogo politico e l'adozione di normative comuni, con l'obiettivo di favorire democrazia, stabilità e sviluppo economico nei paesi vicini. Dall'altro, la Cina adotta un approccio pragmatico e orientato agli affari, che, sebbene possa sembrare attraente, solleva interrogativi sulla sostenibilità e le implicazioni a lungo termine per la Serbia.
La Politica Estera della Serbia: Quattro Pilastri
Dopo aver ottenuto lo status di paese candidato all'UE nel 2012, la Serbia ha cercato di mantenere relazioni equilibrate con l'UE, gli Stati Uniti, la Russia e la Cina, definendo così una politica estera a “quattro pilastri”. Tuttavia, il cammino verso l'integrazione europea è stato complicato da un processo di adesione percepito come lungo e complesso, generando scetticismo tra la popolazione serba nei confronti dell'UE. Questa insoddisfazione ha spinto la Serbia a diversificare i propri partner strategici, trovando nella Cina un alleato economico importante, in quanto non richiede le rigide condizioni normative imposte da Bruxelles.
L'approccio del presidente Aleksandar Vučić ha oscillato tra il desiderio di integrazione europea e il rafforzamento dei legami con la Cina. Pechino ha investito significativamente in infrastrutture e settori strategici in Serbia, soprattutto attraverso il meccanismo di cooperazione infrastrutturale 17+1, lanciato nel 2011. Questo sistema, che si è integrato nel progetto della Nuova Via della Seta, ha permesso alla Cina di affermarsi come partner chiave per la Serbia, offrendo un'alternativa pragmatica all'UE.
Un Approccio di Cooperazione Win-Win?
Nonostante Xi Jinping definisca le BRI (Belt and Road Initiative) un modello di cooperazione "win-win", diversi osservatori hanno espresso preoccupazioni riguardo al crescente indebitamento della Serbia nei confronti della Cina. Queste preoccupazioni hanno alimentato l'idea di una diplomazia della "trappola del debito", che potrebbe portare a una dipendenza politica problematica nel lungo periodo. Alcuni analisti vedono nella cooperazione con la Cina un tentativo di espansione politica nella regione, accusando Pechino di eludere Bruxelles e di seminare discordia tra i paesi europei.
La competizione tra UE e Cina in Serbia riflette una divergenza di valori fondamentali. L'UE, con la sua visione di “attore normativo”, mira a promuovere la democrazia, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile, sostenendo riforme interne e criteri di governance trasparenti per i paesi candidati. Al contrario, la Cina non applica criteri di condizionalità, investendo principalmente nel settore infrastrutturale. Sebbene l'approccio cinese possa apparire più attraente per la Serbia, che desidera evitare le complesse riforme richieste dall'UE, sorgono interrogativi sulla trasparenza delle azioni cinesi e sulla loro sostenibilità a lungo termine.
Conclusioni
In conclusione, nonostante la Serbia si trovi in una posizione delicata, potrebbe trarre vantaggio da un approccio che integri le forze cinesi e occidentali. Combinando l'efficienza degli investimenti cinesi con il rigoroso rispetto per la trasparenza e la governance dell'UE, la Serbia potrebbe promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile. Questo approccio sinergico non solo eviterebbe il rischio di una dipendenza unilaterale da un solo partner, ma dimostrerebbe anche che la cooperazione con entrambe le potenze non deve necessariamente essere una questione di scelte contrapposte, ma piuttosto una strategia intelligente per il futuro.
BIBLIOGRAPHY
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